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Per il risparmio la parola d'ordine adesso è liquidità

di Maximilian Cellino

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13 settembre 2008

«Tutti liquidi!» Negli ultimi mesi è il grido che riecheggia da una parte all'altra del mondo finanziario, che sia il piccolo risparmiatore o la grande società di investimento a parlare. Difficile, in effetti, dare torto a chi un anno fa ha deciso di impiegare il proprio denaro in prodotti a basso tasso di rischio e con orizzonte temporale di breve termine, non fosse altro perché in questo modo si è risparmiato gran parte delle sofferenze patite dalle Borse.
Eppure quella scelta che appare così oculata può avere un risvolto agrodolce o, se si preferisce, ricordare il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Già, perché se si considerano gli ultimi 12 mesi si scopre che nessuno fra gli strumenti a disposizione per la gestione della liquidità è mediamente riuscito a stare al passo con il 4,1% registrato dall'inflazione in Italia.
E questo vale tanto per i fondi comuni di liquidità (2,63% il rendimento netto dell'indice Fideuram di categoria nell'ultimo anno), spesso accusati di scarsa efficienza, quanto per vecchi e nuovi prodotti cash: dal sempreverde BoT (3,38% il rendimento del titolo a 12 mesi nell'asta di agosto 2007 al netto di tasse e commissioni), ai redivivi pronti contro termine (3,41% netto, secondo i dati medi forniti dalla Banca d'Italia), fino ai tanti conti deposito sempre più gettonati dai risparmiatori (2,46% di base, 3,04% sfruttando le promozioni, 3,28% vincolando il capitale per l'intero periodo) e all'ultimo arrivato Etf monetario che, nonostante abbia realizzato i risultati migliori, si è pur sempre fermato al 3,56 per cento.
In altre parole, i «forzati» della liquidità si sono messi al riparo dalle tempeste di Borsa, ma non sono riusciti a difendere il potere d'acquisto. Colpa del carovita che a questi livelli non si era mai visto nell'era dell'euro, certo, e infatti non è detto che nei prossimi 12 mesi la tendenza non possa invertirsi a favore di BoT e soci: dopotutto il tonfo del barile di petrolio sotto i 100 dollari lascia ben sperare.
Al risparmiatore che ancora non si fida dei mercati finanziari non resta quindi che scegliere il prodotto migliore per impiegare il denaro. Una decisione non facile, visti gli strumenti sempre più articolati che le banche propongono anche per la gestione del cash e proprio per questo «Plus 24» ha provato a simulare i rendimenti futuri di tali prodotti, sempre nell'ipotesi che i tassi proposti e quelli di mercato restino invariati sui livelli attuali.
Con il BoT si va sul sicuro, perché nell'asta di martedì scorso il titolo a 12 mesi è arrivato a un rendimento lordo del 4,306%, massimo dal 2001. Al netto di tasse e commissioni si ottiene un 3,75% che potrebbe avere buone chance di battere l'inflazione e che non sarà semplice da superare anche per altri prodotti più sofisticati.
I conti deposito ad alta remunerazione – tassati al 27% anziché al 12,5% – arrivano per esempio a offrire in media non più del 2,7-2,8% annuo, anche considerando le promozioni che Ing Direct, Santander Consumer Bank, CheBanca!, Iw Bank, Banca Sella, Banca Ifis, Sparkasse e le altre garantiscono ai clienti vecchi e nuovi (guarda in dettaglio le simulazioni per ciascun tipo di prodotto e per diversi impieghi fino a 100mila euro). Per andare oltre bisogna vincolare il capitale, oppure ricorrere ai quei pronti contro termine che le banche tendono a offrire sempre più in versione standardizzata ai clienti (i Supersave di Fineco, i MoneyBox di UniCredit, i Myprofit di Webank e i 5% Netto di Barclays).
In entrambi i casi si perde però quella flessibilità e quella disponibilità pressoché immediata del capitale, garantita dal conto bancario. Un'alternativa valida, sotto questo aspetto, è rappresentata dagli Etf di liquidità (offerti da Db x.trackers e Lyxor) o dai certificati di Abn Amro. Quest'ultima, al momento, offre l'unico strumento che permette di trarre vantaggio dai valori insolitamente elevati raggiunti dall'Euribor (il tasso a 3 mesi è al 4,96% annuo contro il 4,25% della Bce): se l'anomalia dovesse proseguire anche nei prossimi mesi, il suo rendimento sarebbe fra i più convenienti.

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